Con il rapporto emanato il 16 settembre 2025, la Commissione d’inchiesta indipendente nominata dal Consiglio dei diritti umani dell’Onu conclude che, sulla base dei criteri stabiliti dalla Convenzione del 1948, le autorità israeliane stanno commettendo un genocidio a Gaza. Di recente, anche l’Associazione Internazionale degli Studiosi del Genocidio (IAGS), la principale associazione mondiale di studiosi del genocidio, ha approvato una risoluzione in cui si afferma che “le politiche e le azioni di Israele a Gaza soddisfano la definizione giuridica di genocidio di cui all'articolo II della Convenzione delle Nazioni Unite per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio (1948)”. La risoluzione è stata votata dall’86% degli iscritti all’associazione che hanno partecipato al voto. Le immagini che da mesi arrivano quotidianamente dalla Striscia di Gaza sembrano confermare la veridicità di questi rapporti.
Le attività belliche che l’esercito israeliano sta conducendo a Gaza si ripercuotono pesantemente e insopportabilmente sulla popolazione civile. Bambine, bambini, donne e uomini sono costantemente oggetto di violenza. Una violenza sia diretta, attraverso bombardamenti che colpiscono chiunque si trovi nella traiettoria dei missili, sia indiretta, dovuta alla mancanza di cibo e medicinali, stante il blocco degli aiuti umanitari.
Nonostante la Corte Penale Internazionale abbia emesso due mandati di arresto, uno per il Primo Ministro di Israele, e uno per il suo Ministro della Difesa, riscontrando fondati motivi per ritenere che entrambi siano responsabili di crimini di guerra – avendo utilizzato persino la starvation come mezzo per condurre le ostilità – la comunità internazionale sembra del tutto incapace di fermare quello che la UN Special Rapporteur on the situation of human rights in the Palestinian territory ha definito “il tentativo di annichilire la popolazione palestinese”.
Le istituzioni nazionali ed Europee hanno finora mostrato un atteggiamento a dir poco ambiguo di fronte al massacro della popolazione civile palestinese, al tentativo di affamarla, di deportarla, in sfregio alla risoluzione delle Nazioni Unite che stabilisce il diritto di esistere di ambedue i popoli. Un diritto, quello del popolo palestinese all’autodeterminazione che, come affermato chiaramente dalla Corte internazionale di giustizia, impone il ritiro di Israele dai territori occupati e la fine degli insediamenti coloniali, allo scopo di permettere la nascita di uno Stato palestinese indipendente. Le istituzioni nazionali, in totale disarmonia con quanto sancito agli artt. 2 ed 11 della Costituzione italiana, non condannano quella che si sta configurando come una delle peggiori mass violation delle condizioni che permettono la vita umana della storia contemporanea. Le istituzioni dell’UE sembrano aver perso di vista il dovere di ispirarsi al rispetto della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e dello Stato di diritto (art. 2 TFUE), così come sembrano ignorare che la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea si apre stabilendo che “la dignità umana è inviolabile e deve essere rispettata e tutelata” (art.1). In aggiunta, ricordiamo che la Costituzione italiana riconosce le istituzioni internazionali come un presidio necessario ed imprescindibile per assicurare la pace e la giustizia tra le Nazioni (art. 11 Cost.). Istituzioni internazionali a cui il governo israeliano ha impedito, ed impedisce, l’entrata nella Striscia di Gaza.
Sulle gravi violazioni del diritto internazionale nella Striscia di Gaza, il 3 giugno 2025 è intervenuto il Centro Diritti Umani Antonio Papisca ricordando l’obbligo di protezione dei sopravviventi di Gaza, lanciando un appello alle istituzioni nazionali affinché compiano ogni sforzo possibile per dare immediatamente il via ad una grande operazione di salvataggio della popolazione civile. Più di recente, anche la Società Italiana di Diritto Internazionale e di Diritto dell’Unione Europea – SIDI – durante il convegno annuale del 5-6 giugno 2025 ha ribadito come, di fronte alla drammatica situazione in cui versa il Territorio Palestinese Occupato, ogni singolo studioso abbia il dovere di attivarsi, per quanto di propria competenza, per contribuire a porre fine alle numerose e intollerabili violazioni del diritto internazionale. Nella seduta del 1° luglio 2025, il Senato Accademico del nostro Ateneo ha votato all’unanimità una mozione in cui “l’Ateneo conferma il proprio impegno a farsi promotore, in sede CRUI, presso il MUR e in qualsiasi sede istituzionale nazionale e internazionale, di una posizione condivisa delle Università italiane a sostegno dell’autodeterminazione del popolo palestinese e del riconoscimento dello Stato Palestinese”.
Da molti mesi la società civile, così come gli studenti e i docenti di questo Ateneo, hanno tentato di far sentire la loro voce non contro Israele come comunità di persone, ma contro l’attuale governo di Israele che attacca sistematicamente una popolazione civile inerme. I firmatari di questo documento, Docenti, Dottorande e Dottorandi del Corso di Dottorato in Filosofia dell’Università degli Studi di Padova si aggiungono convintamente a queste voci per promuovere una cultura di pace che si opponga ad ogni forma di razzismo e di colonialismo, così come ad ogni atto di discriminazione e di violazione del diritto internazionale. In questo senso, esprimiamo tutto il nostro sgomento e la nostra preoccupazione per le condizioni della popolazione civile palestinese, condannando con forza l’attuale devastazione dei territori palestinesi da parte delle forze armate d’Israele.
In qualità di Docenti, Dottorande e Dottorandi del Corso di Dottorato in Filosofia dell’Università degli Studi di Padova assumiamo una netta posizione di condanna del genocidio in atto nella striscia di Gaza, e chiediamo all’Ateneo di aumentare gli sforzi e l’impegno di protezione per le/gli studentesse/i/ e le/gli studiose/i messe/i a rischio da questa situazione. Inoltre, in accordo con la mozione del Senato Accademico del nostro Ateneo, ribadiamo la necessità di “non intraprendere nuovi accordi istituzionali, né di rinnovare gli accordi in essere, con le istituzioni e gli enti israeliani che contribuiscono al perpetrarsi delle gravissime violazioni del diritto internazionale e al mantenimento dell’occupazione illegale del Territorio Palestinese”.
September 2025 – Statement by the signatories of the Faculty Board and PhD students of the PhD program in Philosophy in support of the Palestinian people
In its report issued on September 16, 2025, the Independent Commission of Inquiry appointed by the UN Human Rights Council concluded that, based on the criteria established by the 1948 Convention, the Israeli authorities are committing genocide in Gaza. Recently, the International Association of Genocide Scholars (IAGS), the world's leading association of genocide scholars, also approved a resolution stating that "Israel's policies and actions in Gaza meet the legal definition of genocide under Article II of the United Nations Convention on the Prevention and Punishment of the Crime of Genocide (1948)." The resolution was passed by 86% of the association's members who participated in the vote. The images that have been coming in daily from the Gaza Strip for months seem to confirm the veracity of these reports.
The military activities that the Israeli army is conducting in Gaza are having a heavy and unbearable impact on the civilian population. Girls, boys, women, and men are constantly subjected to violence. This violence is both direct, through bombings that hit anyone in the path of the missiles, and indirect, due to the lack of food and medicine, given the blockade of humanitarian aid.
Although the International Criminal Court has issued two arrest warrants, one for the Prime Minister of Israel and one for his Minister of Defence, finding reasonable grounds to believe that both are responsible for war crimes—having even used starvation as a means of conducting hostilities—the international community seems completely incapable of stopping what the UN Special Rapporteur on the situation of human rights in the Palestinian territory has called "the attempt to annihilate the Palestinian population."
National and European institutions have so far shown an attitude that is ambiguous to say the least in the face of the massacre of the Palestinian civilian population, the attempt to starve and deport them, in defiance of the United Nations resolution establishing the right of both peoples to exist. The Palestinian people's right to self-determination, as clearly stated by the International Court of Justice, requires Israel's withdrawal from the occupied territories and an end to colonial settlements, to allow for the creation of an independent Palestinian state. National institutions, in total disregard of Articles 2 and 11 of the Italian Constitution, do not condemn what is shaping up to be one of the worst mass violations of the conditions that allow human life in contemporary history. The EU institutions seem to have lost sight of their duty to be inspired by respect for human dignity, freedom, equality, and the rule of law (Article 2 TFEU), just as they seem to ignore that the Charter of Fundamental Rights of the European Union opens by stating that "human dignity is inviolable and must be respected and protected" (Article 1). In addition, we recall that the Italian Constitution recognizes international institutions as a necessary and indispensable safeguard for ensuring peace and justice among nations (Article 11 of the Constitution). These are international institutions that the Israeli government has prevented, and continues to avoid, from entering the Gaza Strip.
On June 3, 2025, the Antonio Papisca Human Rights Center spoke out about the serious violations of international law in the Gaza Strip, recalling the obligation to protect the survivors of Gaza and appealing to national institutions to make every effort to immediately launch a major rescue operation for the civilian population. More recently, during its annual conference on June 5-6, 2025, the Italian Society of International Law and European Union Law (SIDI) reiterated that, in view of the dramatic and situation in the Occupied Palestinian Territory, every single scholar has a duty to take action, within the limits of their competence, to help put an end to the numerous and intolerable violations of international law. At its meeting on July 1, 2025, the Academic Senate of our University unanimously voted on a motion in which "the University confirms its commitment to promote, within the CRUI, the MUR, and any other national and international institutional forum, a shared position of Italian universities in support of the self-determination of the Palestinian people and the recognition of the Palestinian State.".
For many months, civil society, as well as the students and faculty of this University, have been trying to make their voices heard, not against Israel as a community of people, but against the current Israeli government, which systematically attacks a defenceless civilian population. The signatories of this document, professors and doctoral students of the Doctoral Program in Philosophy at the University of Padua, wholeheartedly join these voices to promote a culture of peace that opposes all forms of racism and colonialism, as well as all acts of discrimination and violations of international law. In this sense, we express our dismay and concern for the conditions of the Palestinian civilian population, strongly condemning the current devastation of Palestinian territories by the Israeli armed forces.
As professors and doctoral students of the Doctoral Program in Philosophy at the University of Padua, we take a clear stance in condemning the genocide taking place in the Gaza Strip, and we ask the University to increase its efforts and commitment to protect students and scholars put at risk by this situation. Furthermore, in accordance with the motion of our University's Academic Senate, we reiterate the need "not to enter into new institutional agreements, nor to renew existing agreements, with Israeli institutions and entities that contribute to the perpetration of serious violations of international law and the maintenance of the illegal occupation of Palestinian territory."
Firme/Signatures:
- Andrea Altobrando
- Giulio Amore
- Elisa Arminio
- Simone Aurora
- Romana Bassi
- Luca Basso
- Elena Bilwiller
- Marco Bonutto
- Ilaria Bussoni
- Massimiliano Carrara
- Giovanni Catapano
- Jacopo Ceccon
- Pierpaolo Cesaroni
- Sandro Chignola
- Ivano Alessandro Ciardelli
- Simone Conti
- Luca Corti
- Antonio Da Re
- Luca Defendi
- Filippo Del Lucchese
- Roberta Del Pezzo
- Mauro Farnesi Camellone
- Enrico Furlan
- Mirko Gatti
- Marcello Ghilardi
- Jacopo Rosino Giraldo
- Alessandro Goj
- Elisa Gremmo
- Fabio Grigenti
- Simone Grigoletto
- Giovanni Gurisatti
- Luca Illetterati
- Francesca Marin
- Stefano Marostica
- Cecilia Martini
- Iuris Mocchiutti
- Vittorio Morato
- Enrico Moro
- Antonio Maria Nunziante
- Claudia Paccagnella
- Chiara Pellegrini
- Carla Peri
- Giulio Pignatti
- Davide Puzzolo
- Gaetano Rametta
- Marco Rampazzo Bazzan
- Andrea Robiglio
- Lorenzo Rossetti
- Lorenzo Rustighi
- Laura Sanò
- Antonino Scalone
- Maria Giulia Sestito
- Qinzi Shi
- Giuseppe Mario Spolaore
- Martina Tagliente
- Gabriele Tomasi